KERALA 'LA TERRA DEGLI DEI'
- MARCO ANGHINONI
- 19 feb 2022
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 22 apr 2022
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Il Kerala, (il nome “kera” vuole anche dire palma da cocco) è sicuramente uno degli Stati indiani più affascinanti. Qui, in uno scenario di natura lusserreggiante, troviamo antiche tradizioni, una grande vocazione all'accoglienza turistica e la filosofia Ayurvedica che ha come scopo il benessere del corpo. Le principali attrazioni dello Stato sono: Fort Cochi, città considerata la regina del Mare Arabico, formata da una serie di isole da dove partivano tutte le spezie per raggiungere l’Europa e dove esistono ancora le strade, le chiese e i bastioni costruiti dai portoghesi oltre 500 anni fa; le famosissime “backwaters”, una fitta rete di canali navigabili immersi nel verde di una rigogliosa vegetazione dove è possibile effettuare gite sulle case galleggianti per ammirare le centinaia di uccelli migratori nella pace di un paesaggio idilliaco; la stazione montana di Munnar, località estiva utilizzata dai britannici con le scenografiche piantagioni di the e spezie profumatissime; la riserva faunistica del Periyar Wildlife Sanctuary tra le colline e le piantagioni di cardamono, dove è possibile ammirare gli elefanti selvaggi e con molta fortuna, la tigre; infine il bellissimo Kuthirarnalika Palace e le belle spiagge di Varkala e Kovalam nei pressi di Trivandrum

Le vicende storiche
I primi a regnare in questo territorio fin dal I secolo a.C. furono i Chera, da loro viene anche il nome allo Stato, la dinastia sfruttò molto bene le ricchezze della regione e intraprese ben presto commerci di spezie con i popoli del bacino del Mediterraneo. Gli scambi aumentarono poi nel I secolo d.C. quando, spinti dai venti del monsone, i vascelli greci e romani riuscivano ad arrivare in soli 40 giorni sulle coste del Malabar. Il Kerala in quel periodo divenne un grosso nodo commerciale tra Occidente e Oriente: le merci provenienti dalla Cina e dall’Indonesia, come sete e perle e le spezie locali erano vendute a peso d’oro ai commercianti e i sovrani divennero ricchissimi tanto da assumere il titolo di perumar, grande signore. Il raja Cheraman Perumal si convertì all’islam diffondendolo nel Paese, tanto che ancora oggi la popolazione del Nord è per la maggior parte mussulmana, ma tra il IX e l’XI secolo fu l’induismo a diventare la religione dominante, soppiantando buddhismo e jainismo che erano riuscite a prendere piede tra la popolazione. All’inizio dell’XI secolo dalla vicina Thanjavur (Tamil Nadu) entrarono nello Stato i Chola annettendo il Kerala al loro impero. Con la caduta dei Chola il territorio si frazionò in tanti piccoli regni con a capo i zamorin, nome che identificava il locale sovrano. Il regno più importante era quello di Calicut, dove nel 1498 arrivò Vasco de Gama dando il via alle colonizzazioni europee. Il monopolio commerciale in quel periodo era in mano ad arabi e ad ebrei che furono scalzati grazie alla supremazia dei portoghesi. Verso la fine del XVIII secolo il sultano Tipu iniziò dal Mysore una serie di campagne militari per conquistare il Kerala. Gli inglesi offrirono la loro protezione, con la scusa di aiutare i raja locali, presero lentamente il sopravvento e alla morte di Tipu Sultan, s’impadronirono del Malabar, decretando la fine del sultanato di Mysore e la conseguente annessione di Bekal alla Compagnia delle Indie che ne fece il quartier generale del South Canara District, sotto il diretto controllo di Bombay.
Nel 1949 con l’Indipendenza, il Malabar entrò a far parte dei prinicipati di Travancore e Kochi, nel 1956 l’India venne poi suddivisa in base al ceppo linguistico e nacque l’attuale Stato del Kerala. Nel 1957 andò al potere il partito marxista CPIM che diede il via ad una serie di riforme economiche e sociali e portò il Kerala ad essere l’unico Stato Indiano completamente alfabetizzato e ad avere un tasso di mortalità infantile assai ridotto rispetto al resto del Paese.

Architettura keralese
La posizione e la conformazione geografica del Kerala, una lunga striscia stretta di terra che si trova tra il Mare Arabico e i Ghats Occidentali, ricoperta di foreste, battuta da intense pioggie monsoniche e da un sole cocente, ha fatto sì che l’architettura, sia civile che templare dello Stato, si differenzi notevolmente rispetto alle altre regioni indiane.
Il tipico stile architettonico civile keralese si chiama Nalukettu e prende spunto dalle case dei ricchi Nair, un gruppo etnico originario del Kerala. Il termine deve le origini dal sanscritoNayaka (capo) oppure Naga (serpenti, oggetto di culto per i Nair).
Il tipico materiale per costruire è costituito da pietre, legname, argilla e foglie di palma, ma il legname è il materiale più usato grazie all’abbondanza nel territorio di ogni tipo di legno dal bamboo al teak. La maestria di lavorazione di questo materiale è la particolarità dell’architettura keralese i cui abili artigiani hanno lasciato colonne, tetti e sculture eseguite con raffinatezza e abilità.
L’edificio, costruito generalmente con mattoni e legno, possiede all’interno un cortile con giardino (ankanam), ed un porticato sul quale si affacciano tutte le stanze, compreso la cucina, le dispense e i ricoveri per gli animali. Al centro del cortile il pozzo (kuzhi) raccoglie la preziosa acqua piovana. Gli interni e i pavimenti erano anticamente scolpiti in legno pregiato di teck, sandalo o mogano. Oggi sono sempre in legno, ma non più scolpito come allora. I tetti, originariamente ricoperti con foglie di palma da cocco intrecciate ed ora sostituiti da mattonelle, servono a coprire buona parte anche del cortile per proteggere la casa sia dalla pioggia che dal sole battente, mantenedo le stanze fresche. Il fascino di queste strutture è dovuto alla semplicità e alla funzionalità. Sono solitamente fattorie abitate da famiglie allargate costituite anche da una ventina di persone.
L’architettura religiosa si distingue per i tetti piramidali ripidi e aguzzi con il telaio in legno ricoperto di rame. Le costruzioni sono in mattoni, pietra, stucco e legno abilmente amalgamati. Al centro sta, come sempre, il sancta sanctorum (garbhagriha), chiamato in Kerala Sree Kovil circondato da un muro (prakara) formante un portico, simile ai nostri chiostri. In ogni punto cardinale sono situati dei tempietti dedicati alle divinità minori chiamati gopuradwara. Di fronte al Sree Kovil si trova un accesso con colonne chiamato namaskara mandapam. Nel lato sud est del prakara si trova la cucina, dove vengono cucinati i pasti dei sacerdoti e dei fedeli. Ogni giorno viene offerto un pranzo a base di riso e lenticchie a chiunque si trovi nel tempio. Una parte del prakara è adibita a teatro (kuttambalam), dove si svolgono manifestazioni artistiche come il Kathakali. Tutto lo scheletro del tempio è in legno poggiato su una base di granito e il complesso è ricoperto interamente dall’ampio tetto, la cui forma serve a proteggere il luogo di culto dalle pioggie dei forti monsoni. Le pareti del prakara, sul lato sinistro, sono intonacate e servono come base per dipingere con colori vegetali immagini divine. Oltre al tetto le altre particolarità sono date da centinaia di lumi in ottone, rigorosamente ad olio, che sono posti sul muro esterno del sancta sanctorum e dall’asta porta bandiera e porta lume posta di fronte all’entrata del garbhagriha chiamata dwajasthambham.

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Spostamenti
Chi viaggia in Kerala si troverà a dover utilizzare ogni tipo di mezzo di trasporto, sia esso su strada, su rotaia o su acqua. Gli Indiani si muovono moltissimo e viaggiare assieme a loro è uno dei modi migliori per entrare in contatto con il complesso sistema sociale del Paese. Durante un viaggio, infatti, potrà capitare d’avere come vicino di posto il ricco uomo d’affari in giacca e cravatta con portatile e cellulare; lo sadhu vestito con un semplice doty bianco il cui bagaglio è composto unicamente da un bastone su cui reggersi ed un fagotto contenente una manciata di riso al curry; oppure un gruppo di fedeli avvolti nei loro abiti neri in pellegrinaggio verso qualche tempio. Detto questo è importante sottolineare che gli spostamenti in India, quindi anche in Kerala, richiedono molto tempo e sono spesso scomodi.
Autobus
Esistono due modi di viaggiare in autobus, il primo è utilizzando gli autobus della Kerala State Transport Corporation (KSRTC), il secondo utilizzando le compagnie private. I mezzi della KSRTC connettono tra loro le principali città dello Stato con mezzi a lunga percorrenza e le stazioni principali con i villaggi con corse locali. Le tariffe degli autobus della compagnia di Stato si aggirano attorno alle INR 4 per 10 km., in genere le corse si alternano ogni 30/40 min. Nonostante nelle stazioni si sprechino gli aggettivi fast, super-fast, super-express ed altri, che dovrebbero determinare una qualche suddivisione di categoria dei mezzi, non esiste una regolamentazione vera e propria. Gli autobus sono per la maggior parte vecchi ed obsoleti, senza finestrini e con i sedili strettissimi. Gli autisti sono spericolati e viaggiano a velocità elevata, nonostante ciò le frequenti fermate e le condizioni delle strade rendono gli spostamenti lunghissimi, la velocità media, infatti, si attesta intorno ai 20/30 km. per h. Non va meglio con le compagnie private il cui unico vantaggio è di disporre di mezzi più moderni ed un po’ più comodi, ma il costo è più alto ed i tempi di percorrenza gli stessi. Si consiglia di usare l’autobus per i piccoli spostamenti (massimo 100 km.) o quando non esistono altre alternative.
Treno
Il Kerala è attraversato da nord a sud dalla linea ferroviaria della costa occidentale indiana. I tempi di percorrenza dei treni sono leggermente inferiori rispetto ai bus, ma il vero vantaggio è costituito dalla maggior comodità e libertà di movimento.
Le stazioni delle principali città sono quasi tutte dotate di un sistema di biglietteria computerizzato che ha ridotto drasticamente le file agli sportelli. Spesso in biglietteria i posti nelle classi migliori sono esauriti, ma una volta saliti a bordo è possibile, quasi sempre, trovare un posto migliore. Una volta fatto il biglietto si può, volendo, cambiare la classe pagando la relativa differenza di tariffa al controllore. Per quanto riguarda gli spostamenti lunghi, soprattutto se in vagone letto, è sempre meglio prenotare con almeno un paio di giorni d’anticipo.
Barche battelli e jetty
La grande rete fluviale formata dalle backwaters è una delle maggiori attrazioni del Kerala. Nonostante solo una piccola parte di questo vasto complesso sia nota al turismo in tutto lo Stato è possibile navigarene tratti più o meno lunghi utilizzando i jetty pubblici che collegano i villaggi, oppure i battelli turistici o le house boat.
Per maggiori informazioni si rimanda ai capitoli info pratiche e alla sezione dedicata alle backwaters di Alleppey.

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